lunedì 24 settembre 2012

Carezze #1


Che meraviglia, eh? Sono i piedi delle alunne delle scuola elementare della Shicuana.
Si legge la timidezza in questi piedini. Le corse nei prati, i balzi di lepre. Llanques: i sandali di gomma di pneumatici.

mercoledì 12 settembre 2012

Saper leggere il libro del Mondo

Avete mai guardato un fiammifero spegnersi? 
La sua testa si curva leggermente da una lato, mentre si rinsecchisce, annerito. Come quando ti addormenti da seduto, “spigozzi”, il collo cede alla forza di gravità.

A Cajamarca c’é questa ONLUS che si chiama “Red de Bibliotecas Rurales” impegnata dal 1971 nel riscatto, valorizzazione e rafforzamento della Cultura Andina, utilizzando il libro come strumento principale. Si tratta di una rete di biblioteche gestite dagli stessi contadini; l’associazione organizza laboratori educativi-culturali in relazione anche all’analfabetismo.


Abbiamo partecipato a un loro workshop “COLIBRIS” con i ragazzini delle scuole di Cajamarca, qualche settimana fa. Alfredo Ortiz, antropologo, ha iniziato chiedendo a tutti, in cerchio, quali siano i nostri modi di “leggere” la realtà che ci circonda. Quali sono i segnali della natura che ci avvertono, ad esempio, che sta per piovere? Asini che si rotolano, uccelli che volano in stormo in una certa direzione, lucertole che si rifugiano in casa, nubi sopra un certo monte, rane che cantano. Ho ricordato la nonna Tina e il gatto che si tocca tre volte l’orecchio destro, il nostro cielo a pecorelle e “quando il Resegone g'ha il capel”...

"Saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura"
In alcuni popoli, nella saggezza popolare, ci sono modi di capire e prevedere i fenomeni naturali. Le persone del “campo”, delle zone rurali delle ande di Cajamarca, sanno LEGGERE la propria realtà. E noi? Lo sappiamo ancora fare?

Nel salone in legno di “bibliotecas rurales” si trovavano ragazzini delle scuole elementari, medie e superiori della città e della “campagna”. I 4 ragazzini di Chamis presenti erano partecipativi come raramente gli abbiamo sentiti. Una ragazzina ha commentato che si é avvicinata alla lettura, che prima non le piaceva, perché grazie a bibliotecas rurales ha partecipato a letture collettive, non sentendosi più sola, e ha cominciato a leggere anche negli spazi aperti, nei prati, nei boschi, al sole, vicino al lago.

Dopodiché abbiamo letto tutti insieme, un paragrafo a testa, “la carta del jefe indio” di Seattle (USA). E’ stato bello essere il paragrafo di un libro, la parte di un tutto.

“Yo me pregunto: ¿para qué sirve la vida si el hombre no puede escuchar el hermoso grito solitario del pajaro nocturno, ni las discusiones de las ranas al borde de los lagos por la tarde?”
(mi chiedo: a che serve la vita se l’uomo non puo’ ascoltare il bel grido solitario del passero notturno o le discussioni delle rane al bordo dei laghi, nel pomeriggio?)

"Todo lo que ocurra a la Tierra les ocurrirá a los hijos de la Tierra. 
El hombre no tejió la trama de la vida; él es sólo un hilo. Lo que hace con la trama se lo hace a sí mismo".
(tutto ciò che capiterà alla Terra capiterà ai figli della Terra. L'uomo non ha tesuto la trama della vita; egli é solo un filo. Ciò che fa alla trama lo fa a se stesso)



E poi c’é questo progetto di BIBLIOBURRO, scovato in rete da un altro mattacchione. In Colombia, l’insegnante Luis promuove la lettura caricando il suo asino di libri e raggiungendo le zone più sperdute della comunità.