domenica 28 ottobre 2012

Sotto i ponti di...Cajamarca

 Alla domanda: “Chiaretta, cosa vuoi fare da grande?” ho risposto per un po’ “la barellina”, copiando le compagne con le gonnelline rosa che si esercitavano sulle punte. Dopo la vacanza a Parigi con la famiglia, invece, la vocazione era chiara: “Voglio fare la pittrice sotto i ponti di Parigi”.

E adesso sono qua, in Peru’. E Cajamarca sembra fare di tutto per dirci: sono io il posto piu’ bello in cui vivere! Come un cagnolino al canile che si mette in mostra per essere adottato. Cajamarca sta volta c’ha preso, ha inferto proprio un bel colpo, sa come ammaliare le sue vittime.

Secondo Concorso internazionale di pittura veloce. Le strade del centro ricoperte di cavalletti, ombrelli sopra i cavalletti, tubetti di colori ad olio, tavolozze sporche di colore denso, pennelli, tele, e…pittori! Circa 600 gli iscritti, ci ha detto Arland, che e’ nell'organizzazione dell’evento. L’appetitoso premio di 54mila Soles, le belle architetture, le donne in abiti tradizionali e la natura a pochi passi dalla citta’ hanno fatto la loro parte per richiamare l’attenzione degli artisti di tutta la nazione e anche di qualche altra parte del mondo.
Varie categorie: paesaggio notturno, realismo, impressionismo, tra le altre. Venerdi e sabato di dipinti. Oggi, Domenica, la premiazione. “Per una maggiore integrazione culturale”, recita il manifesto. Arte per tutti, per le strade, Arte che occupa i luoghi della gente, che si mischia alla gente, Gente che sbuca da dietro alle opere con un gelato. Gente che ci sentiamo un po’ artisti o un po’ critici.
Il centro chiuso al traffico. Sembra di stare davvero a Parigi, sui ponti lungo la Senna. Dove arte e meraviglia si fondono e non si puo’ non sentirsi in un’atmosfera magica, dove tutti siamo piu’ amici.
Per oggi mi sono limitata a fare foto. La pittrice chissa’ se un giorno lo diventero’ o sara’ un bizzarro sogno da raccontare ai nipotini, come nonna che: “Avrei voluto diventare una grandissima Cabarettista!”.

La protesta contro CONGA, la resistenza, come sara’ presente nelle opere? L’evento e’ organizzato dalla regione di Cajamarca, che al contrario del comune della citta’, e’ fortemente contro CONGA. Vedremo chi verra’ premiato, cosa sara’ apprezzato.
E anche se sa di consolazione, l’importante sara’ aver portato l’arte a colorare la citta’ e a rappresentarla, nelle sue forme uniche, filtrate da occhi tutti diversi e irripetibili. Sara’ aver fatto incuriosire i bambini, chiacchierare le vecchiette. Far inciampare in un cavalletto chi aveva fretta. Dimostrare che la Iglesia San Francisco si puo’ dipingere in cosi’ tanti modi quanti le differenti luci della cattedrale di Rouen di Manet.





Non finiamo di stupirci su come quelle stesse strade, incroci e piazzette, teatro di inseguimenti della polizia e lacrimogeni, possano ospitare con cosi tanta naturalezza un’orda di artisti armati di pennelli e spatole, isolati nella loro concentrazione creativa. Cambiamenti di scenari avvenuti in meno di 4 mesi. 

giovedì 25 ottobre 2012

Cinco Esquinas con Amalia Puga

Cajamarca é davvero diversa da qualsiasi cittá italiana.

Banale riflessione, direte. Peró dopo 9 mesi di vita tra le sue strade, l'occhio si abitua. E i marcipiedi alti fino al ginocchio, i buchi aperti da rischio di gamba rotta, tutti gli strani suoni dei clacson personalizzati e delle trombette degli ambulanti, la luce umida e meravigliosa dei suoi cieli, sembrano normali. O meglio, non ci fai piú tanto caso. Ricevere una visita di una persona cara ti fa riscoprire quella "mirada" (sguardo) di nuovo-arrivato che é tanto estraneo quanto acuto.

L'incrocio tra Cinco Esquinas e Amalia Puga, ad esempio.


A prima vista un normale incontro di strade perpendicolari (Cajamarca é a scacchiera proprio come Torino). L'ottico all'angolo, il ristorantino al secondo piano.


Ma poi ti soffermni un attimo e ti accorgi che qualcosa di "strano" c'é.

Puó trattarsi di lui?



O di loro?

O dell'ombrellone?


O della bicicletta delle fragole?


O del tipo delle chiavi?



O del mototaxi?



O di tutto ció messo insieme.
Che ti fa accorgere di essere dall'altra parte del mondo, dove le cose scorrono...diversamente.